Nel 1642 una grande frana staccatasi dal monte Pozzuoli rovinò dai fianchi della montagna. Lo sbarramento della Valle interruppe il corso del fiume Troncone che a causa della massa franata si allargò in un lago. Ancora oggi il lago di Antrona è incastonato tra le Alpi Pennine. Quest'anno compie 380 anni.
Al mattino c'è aria fresca di montagna ad Antrona Schieranco; il cielo è coperto ed il lago si presenta con un'atmosfera severa, quasi fosse immobile e fermo sotto un'incantesimo. I massi bianchi ricordano vagamente una cava di marmo chiusa tra gli alti ingombri delle pareti rocciose delle montagne mentre le acque riflettono il grigio delle nuvole e sono ancora basse rispetto al livello che raggiungono in primavera. Anche la Cascata si Sajont che si tuffa nel lago appare austera e silenziosa da lontano. Si specchia riflettendosi su una superficie quasi cupa. Domina la quiete su questa valle assonnata. Siamo gli unici quattro visitatori oltre ad un paio di pescatori che ci hanno anticipato. Facciamo con molta calma il giro della prima metà del lago e aspetto con pazienza il sole valutando un pò triste il panorama che abbiamo trovato. A metà giornata arriva facendosi spazio tra le nubi e i colori accendono il panorama dando la sensazione di essere in un altro posto.
Tornando a casa a guardando le foto mi accorgo di trovare più bella l'atmosfera desolata, quasi invernale e malinconica del mattino, con la sua imperturbabile compostezza e indifferenza nei confronti della nostra presenza.

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